PESCA NOTTURNA A BOLENTINO
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Pesca notturna a bolentino.

La tecnica di pesca che andremo a trattare non necessita di grosse attrezzature né di grandi imbarcazioni. Naturalmente alla base di tutto c’è la sicurezza intesa come una verifica delle condizioni della nostra barca, una attenta scelta della notte (le previsioni dovranno essere sicuramente ottime) e possibilmente (se ci si reca in pesca con una piccola imbarcazione) essere almeno in due (imbarcazioni). La barca anche se piccola dovrà avere una piccola lampada a 12 volt, collegata ad una batteria indipendente. Una lampadina da 12 volt per 40 watt riesce a far “durare” una batteria media per almeno 7 ore. La luce, comunque, ci servirà solo per poterci muovere agevolmente in barca e non per l’azione di pesca in se stessa. Migliori, inoltre, le serate con luna.

 

               tanuta.JPG (16761 byte)                              Tanuta di 2,8 Kg.catturata nella fantastica nottata di pesca              

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Innanzittutto bisognerà localizzare un ottimo Hot Spot di pesca e quale posto migliore se non una cigliata o ancora meglio un relitto. Nel mio caso specifico mi sono recato a pescare a Badolato (Catanzaro) alla distanza di 2 miglia dalla costa e su un fondale di 42 metri. Su questo fondale è presente un relitto (lungo almeno 100 metri) che risale al periodo della guerra, quando durante la battaglia di Punta Stilo, molte navi furono abbattute durante i combattimenti. L’imbarcazione che per l’occasione ho utilizzato è un vecchio Angelo Molinari 4,10 munito di un motore 18 cavalli.

L’Ancoraggio.                                      Per poter effettuare un corretto ancoraggio, di notte, è necessario recarsi sul posto verso l’imbrunire. Identificato esattamente il relitto o la scogliera dovremo verificare la direzione della corrente. Dopo questa operazione risalire nel verso della corrente di qualche metro e quindi filare l’ancora. L’ancorotto sarà realizzato con il fusto di tondino di ferro di 200 mm. E le marre con tondino massimo di 6 mm. Di diametro. Questo ci consentirà, una volta finita l’azione di pesca, di poter facilmente salpare l’ancora sperando nel raddrizzamento delle deboli marre. Indicato anche uno spezzone di un metro e mezzo di catena collegata all’ancora e quindi alla cima che fisseremo sulla barca. La zona di pesca migliore sarà  nei pressi di quel tratto di  relitto dove lo scandaglio ci indicherà più mangianza.  Una volta che avremo avuto la certezza di aver “afferrato” il fondo avremo l’accortezza di filare tanta cima sino a quando ci porteremo sull’orlo della nave, di modo che filate le lenze andranno a posizionarsi sul fondo, nei pressi del bordo della nave. Attenzione a non pescare sul relitto, la perdita di tutti i finali è garantita.

Notare le marre sottili degli ancorotti che servono per potersi raddrizzare alla pressione della cima in fase di recupero.

La corrente.

La corrente è il fattore principale di tutta la nostra azione di pesca. Se è medio/forte è conveniente trovare altro posto per pescare. Con la corrente sostenuta, infatti, sarà molto difficile allamare le specie da noi maggiormente ricercate: saraghi, tanute, orate, cernie, musdee,  ecc. In presenza di forte corrente, inoltre, la nostra azione di brumeggio sarà vanificata.

Le prede.

Nella pesca notturna si possono catturare a mezzo fondo sgombro, menola, boga e sugarello. Sul fondo invece, abbonderanno grongo, murena, sarago, orata, tanuta, dentice e cernia. Possibili anche catture di scorfano e gallinella, mentre per nostra fortuna la notte raramente si catturano perchie e sciarrani.

L’attrezzatura.

Va bene qualsiasi attrezzatura, a partire dalla lenza a mano per finire alle ottime canne da bolentino. Personalmente uso canne con cimino intercambiabile e con piombatura intorno ai 100 grammi, sul fondale di 40 metri circa. Naturalmente maggiore sarà la corrente, maggiore sarà il piombo da usare. La lunghezza della canna dovrà, comunque, essere di circa 2,50/3 metri, ricordando che più grande è la barca maggiore dovrà essere la lunghezza della canna. Se poi, come nel mio caso, stiamo pescando in una zona dove le catture di pesci importanti (diciamo oltre i due chili) è facile, allora dovremo optare per canne sensibili ma con una buona azione di punta per contrastare le fughe del pesce insidiato.

orata.JPG (71206 byte) Clicca sulla foto per ingrandire  

I finali.

Qui un fattore importante. In assenza totale di corrente pescare con monofili dello 0,40 va benissimo. Ma quando ci troviamo in presenza di corrente media, allora è necessario scendere di diametro sino allo 0,30. Naturalmente dovremo essere consapevoli che scendendo di diametro aumenteranno le allamate ma rischieremo la rottura in caso di una grossa cattura. Il trave sarà realizzato con un ottimo 0,50, lungo circa un metro e mezzo. Ad un capo ed all’altro posizioneremo la girella con il moschettone. Consiglio di realizzare i braccioli con Fluorocarbon 0,28 – 0,34 e lunghi circa 20-25 cm. Ottimo sarà collegare al trave girelle a tre vie, dove il collegamento tra l’occhiello e il finale sarà tenuto “rigido” da un tubicino siliconico.

finale.JPG (24008 byte)                                        Clicca sulla foto per ingrandire          

(Il finale della foto è realizzato come da manuale, cioè con lunghezze medie del bracciolo da 30 a 50 centimetri. Ma con queste lunghezze gli ingarbugliamenti sarebbe tantissimi. Occorre, quindi, con la stessa tecnica di realizaazione accorciare le misure).

Naturalmente chi volesse “risparmiare” tempo ma non denaro, può acquistare i microattacchi della Stonfo che risultano sempre ottimi. L’amo più in basso sarà legato poco sopra la girella che regge il piombo. Gli altri a seguire. Sarà comunque questo l’amo che pescherà maggiormente, soprattutto se riusciamo a lasciare in banco la lenza. Per gli ami la scelta è libera. Io uso variare tra gli ami a gambo lungo ed occhiello, per innescare il verme, all’amo corto e tozzo che consente di presentare un boccone più compatto. Per la misura lascio a Voi la scelta, ricordando che amo grande è per pesce grande ma non avremo possibilità con i piccoli, mentre con l’amo più piccolo prenderemo sia i pesci di pochi etti che anche le grosse prede. 

L’esca.

Ebbene, ho verificato durante alcune uscite che nulla pesca di più, la notte, della sardina fresca. Naturalmente fresca vuol dire della stessa mattina. Ho verificato ad innescare con verme di rimini, bibi, americano, ma quanto è pescante  la sardina fresca non lo sono le altre esche. Quasi zero il gambero. La sardina sarà tagliata a tocchetti di circa 1 cm.e mezzo e l’amo passerà attraverso la lisca centrale, per avere maggior tenuta. 

La tecnica.

La notte i pesci presenti sono quasi tutti di ottimo valore alieutica. Si passa dai “lupi di scoglio o papotola” (musdea) di oltre 1 chilo di peso, ai saraghi, saraghi maggiori e maxi sugarelli. Sono possibili inoltre buone catture di saraghi maggiore o di “scantaro” (Tanute). E poi è sempre possibile la cattura di dentici, anche di peso oltre i due chili e di cernie. In maniera particolare per le cernie sarà il caso preparare un  innesco con un amo del 6/0 e filo dello 0,70, il tutto su una buona 30 libbre da lasciare con il freno serrato almeno a 20 libbre. Possibile l’abbocco della cernia, ma se riesce a tirare due metri di filo è persa in quanto riuscirà ad intanarsi e nulla si potrà fare per portarla in  barca.

Per quanto riguarda le tanute ed i saraghi la lenza dovrà essere in bando, senza tenerla in tensione. Questi sparidi infatti, sono molto astuti ed al minimo dubbio di inganno preferiscono “cambiare zona”. Il dentice, invece, sebbene molto diffidente, la notte avvicina le nostre esche e sia per fame che per territorialità sarà molto possibile una abboccata.

La mossa vincente.

Per migliorare le azioni di pesca ho utilizzato un richiamo luminoso, il Flyp st, della  Fishing System di Torino. Questo ottimo accessorio si installa, tramite un tubetto siliconico, sul trave, nei pressi dei finali. Al movimento effettuato con la canna o con la lenza, si aziona una fonte luminosa che è un eccezionale richiamo. La mossa vincente della serata, che ha migliorato le mangiate del pesce.  

bolepart.JPG (73852 byte) clicca sulla foto per ingrandire.

Per ulteriori informazioni Vi rimando all'articolo specifico all'interno del nostro sito. Clicca qui per leggere. 

L'azienda Torinese, specializzata in accessori innovativi potrà darVi altre informazioni in merito. Contattare Il sig. Filippo Panarello al n°tel.03402317962 oppure inviare una email a: fishingsystem@tin.it.

In definitiva la pesca a bolentino di notte vale tutti i sacrifici, il freddo e le paure di navigare con il buio. Se si riesce a trovare esca fresca, posto discreto e poca corrente le possibilità di trascorrere una buona serata sono garantite. Parola di Max.  

Massimo Rotondaro

grongo.JPG (24882 byte) clicca sulla foto per ingrandire.

 

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