Campionato Mondiale Big Game Azzorre:

Vince la Spagna,  Italia 8a e 9a

 

PER UN SOLO PESCE

In volo dall’ Italia ecco i magnifici otto che arrivano alle Azzorre, scelti dall’ ottimo  C.T. Mirko Eusebi anche in base ai risultati acquisiti sul “campo”. È il 7 settembre del 2006. Antonio Quarta, Raffaele Gaetano e Morano Walter (Campioni Italiani Traina d’ Altura) e Francesco Coppari (Campione Italiano Traina Costiera) comporranno la Nazionale di ITALIA A.

Nella Nazionale ITALIA B un misto di scelte tecniche e risultati agonistici: Camera Roda Claudio, grande esperienza nella pesca al Marlin e numerosi Mondiali alle spalle, Massimo Rotondaro (Pluricampione Italiano di Drifting ed esperto di traina), Giacomo Bot (secondo al Campionato di traina D’ altura 2005 ed esperto di traina) e Riccardo Fanelli, del quale non necessita fare alcuna descrizione, visto la grande competenza tecnica.

I due team al completo con i dirigenti accompagnatori ed il CT

(da sinistra in alto Claudio Camera Roda, Walter Morano, Massimo Rotondaro, Mirko Eusebi, Giacomo Bot, Giovanni Grimaldi, da sinistra in basso Riccardo Fanelli, Ninì Raffaele, Antonio Quarta, Francesco Coppari, Luigi Scatassi)

I due team, da subito molto affiatati effettuano un primo incontro tecnico nel quale vengono prese le decisioni sulle tecniche di pesca da praticare, gli artificiali da utilizzare, il libraggio dei fili (max  130 libre) ed i siti sui quali recarsi a pescare. Da subito si capisce che le difficoltà non verranno solo dal pesce (il Marlin è un rostrato ostico, quanto aggressivo ma tanto difficile da ferrare con gli artificiali), ma dalle imbarcazioni messe a disposizione dall’ Organizzazione. I team decidono quindi di fare due uscite di prova.  

Inizia il primo combattimento, con gli skipper locali i quali, nonostante le insistenze dei due Team  per andare a pesca a Nord est dell’ Isola, portano le due Nazionali a "passeggio" a Sud ovest a 5 miglia dalla costa. Naturalmente non vengono effettuate catture. Il secondo giorno di prova, dopo insistenti richieste, i due team Italia vanno in altra direzione e qui hanno i primi incontri con i Marlin. Un blu sbobina 500 metri di filo sulla 50 libre e rompe. Eppure i locali hanno sempre sostenuto che intorno all’ isola di St. Miguel non vi erano Blue ma solo white. Il che ha portato i due team ad adottare le 50 libre.  

Martedì inizia la prima giornata di competizione ed il sorteggio delle barche non ha favorito il team di Italia B (Camera, Rotondaro, Bot e Fanelli) che saranno a bordo di un 8 metri. Onda oceanica, vento teso e una grande sfortuna la fanno da padrone. Il team slamerà un white marlin sotto la barca il che condizionerà tutto il futuro della competizione.

Una imbarcazione tra le onde

Il team di Italia B, invece, poco più fortunati, hanno assegnata una barca di 8,50 mt, sempre molto piccola, ma che comunque consente loro di effettuare la cattura con rilascio di due “bianchi”. La giornata di gara vedrà al 1° posto L’ Africa del Sud con il rilascio di 1 Blue Marlin (250 punti), 2° il Portogallo con il rilascio di 1 Blue, 3° la Spagna B con 4 white, 4° gli U.S.A. con 3 white, 5° le Azzorre con 2 white, 6° la Germania, le Azzorre, Angola B ed Austria A con 2 bianchi, 7° (leggi 9°) Francia A, Austria B, Italia A, Senegal, Svizzera con un white, cappotto per Italia B, Angola A, Egitto, Spagna A, Francia B, Germania B.

I pesci rilasciati sono stati 23 di cui 2 Blue e 21 white. E meno male che i bleu qui non c’ erano!

Un Marlin white poco prima del rilascio

I ragazzi di Italia B hanno il morale basso. Nelle competizioni mondiali, statisticamente, se si scappotta (effettuare catture ogni giorno) si sale sul podio. Il team vede già svanire il sogno, anche se non demorde. I quattro decidono di affrontare le prossime prove in scioltezza, non pensando più al risultato finale, ma solo a fare bella figura. E così poi è stato. Le future uscite saranno tutte prodighe di allamate e rilasci (4 marlin white che frutteranno un 3° ed un 5° posto). 

Si parte quindi per la seconda prova. Italia B ha una delle migliori barche per la giornata, un custom di 11 metri (si chiama “Does peches” – e tanti sono stati i marlin catturati in quel giorno dal team) così come Italia A cui viene assegnata una barca “grande”. I risultati non mancano e le due nazionali si classificano rispettivamente al 5° posto (2 white) ed ad 3° posto (3 white). La sera prima della gara i due team avevano variato la composizione delle esche e la scelta è stata premiante.  

Previsto un giorno di riposo, ma le previsioni del tempo, buone per l’ indomani, fanno si che la pessima organizzazione decidesse per anticipare la terza prova.

E così è. Si parte con i due team Italia a doversi confrontare prima fra tutti con le due barche loro assegnate: le peggiori del Campionato, piccole (7 metri) e lente (vel. Massima 12 nodi). Due tra le 4 barche più piccole che in tre giornate di gara, con equipaggi diversi, non hanno effettuato alcuna cattura. E questo è altamente indicativo.

Ecco che per giungere sul campo di gara (circa 30 miglia) i due team perdono 2 ore all’ andata e 2 ore al ritorno, rimanendo in pesca per sole 4 ore su 8. Italia B parte subito alla grande.

Una foto del team Italia B (Da sinistra Fanelli, Bot, Camera, Rotondaro)

L’ ottimo skipper (sebbene la barca medio piccola) li porta su una mangianza e spinza subito un marlin bianco sulla canna più vicina a Bot, grande fuga, ferrata e combattimento. Ma si slama subito e mangia sulla canna di Camera Roda. Nemmeno il tempo di ferrare, il Marlin spinza anche quella di Fanelli che non riesce ad allamare.  Immediatamente mangia anche sulla quarta canna, quella di Rotondaro, che subito dopo ferra e parte il combattimento. Il Marlin Bianco inizia una fuga in superficie con salti ed acrobazie, improvvisi affondamenti e repentini cambi di direzione. Il pesce è vicino, e subito sotto 2, 3,4 anche 5 altri Marlin Bianchi, una cosa incredibile. Tutto il pesce è in scia, la barca va avanti al minimo, ed il Marlin in canna salta ripetutamente provocando enormi schizzi sull’ acqua. A bordo non si capisce più nulla. Il pozzetto (due metri per 1,20) è pieno dei 4 angler. I tre non impegnati alla canna tentano in tutti i modi di invitare altre esche ai “white” sotto la barca ma non mangiano.

Camera Roda, quindi, indossati i guanti si appresta a slamare il pesce. Arriva il Wind-on, il mate tocca il terminale ed il grido “release” echeggia nell’ aria e libera tutto il team dallo stress e dalla paura di slamata. Al pesce viene ridata la libertà. Prima cattura con rilascio, quindi, seguita subito dopo da una seconda.

Più in là il Team di Italia A soffre. Il team B comunica ai colleghi dell’ altra squadra come e dove ha allamato i due white, il team B le prove tutte, ma tutte. Dalla direzione di gara giungono notizie comunque incoraggianti. In quel momento di gara conduce Italia B e dei Team che aspirano al podio nessuna notizia di rilasci. Ma a Quarta, Coppari, Morano e Raffaele serve assolutamente un pesce. Potrebbe significare Oro, o comunque podio. Ed il pesce non arriva. I due team si sentono ancora telefonicamente cercando di aiutarsi a vicenda, ma il pesce oggi è veramente poco. Trascorrono inesorabilmente le ore. Il regolamento richiede il rientro al porto entro le 18,30. Il team di Italia B, considerata la lentezza della barca e la distanza per rientrare in porto tira via le canne alle ore 16, per non rischiare ritardo e quindi penalità.

Una foto del team Italia A (Da sinistra Quarta, Raffaele, Coppari e Morano)

Quarta e Coppari decidono invece di rischiare la penalità pur di fare la cattura. E questa decisione quasi azzardata sembrava premiarli. Nel silenzio del pozzetto, mentre tutti e quattro stavano seduti e concentrati pensando chissà a cosa, all’ improvviso una sagoma scura nella schiuma della scia, una “sciabolata” all’ esca, un urlo dello skipper “marlin” che fa tornare di colpo alla realtà il team. Il Marlin è in scia. Sale di colpo l’ adrenalina, i 4 recuperano velocemente i teaser ai quali già il “white” aveva dato una sfrerzata con il potente rostro. La speranza si riaccende, Francesco grida tra la gioia e la speranza “mangia” e così sembra che succeda. Il pesce tira l’ esca e fugge via a velocità inaudita, Antonio Quarta estrae la canna dal mulinello e dopo pochi istanti chiude la frizione e ferra. Il pesce è in canna. Lo skipper con una giusta manovra asseconda l’ angler inserendo la retromarcia. Il mare, forte, gonfio, entra anche nel pozzetto. “fracicandoci” come ci dirà poi il romano Coppari. Ma in quel momento i pensieri erano tanti e tutti belli, il fresco dell’ acqua di mare sulla pelle dei quattro non era avvertito. Pochi minuti di combattimento ed il sogno svanisce. Il marlin bianco, stimato intorno ai 40 chili, fa un beffardo salto, facendo vedere l’ argento sgargiante del fianco ed il verde smeraldo che lambisce le pinne laterali, come per dire grazie per il giro ma oggi ritorno al mare. E così purtroppo accade. Ricadendo in acqua, scompare nel blu lasciando la lenza di Quarta in bando quindi senza tensione, quindi senza pesce. E’ finita. In un momento sale lo sconforto su tutti.

Francesco Coppari abbraccia Antonio Quarta ed una lacrima di vero dolore scende dai suoi occhi. E’ stato un sogno cui tutti loro avevano creduto e che è durato solo pochi minuti, per loro un attimo. Il rilascio di quel bianco sarebbe significata sicuramente (alla luce degli altri risultati) la medaglia d’ argento, secondo posto assoluto.  Ed avrebbe giustamente premiato tutti i team Italiani che si sono ben distinti.

Un white salta

Basti pensare che la Spagna ha vinto con un un ed un . Italia A aveva un ed un , sarebbe bastato un per andare sul podio, mentre ancora meglio per Italia B che aveva un ed un e con un altro posto ancora avrebbe fatto l’ oro.

E questo non è stato il famoso pesce che a tutti è mancato (cioè che non è stato nemmeno allamato). I due team, entrambi, hanno avuto lo stesso destino, la stessa beffa, pesce in canna, ed a pochi metri dalla poppa, quando tutto era pronto, la slamata.

Comunque rimangono due ottimi piazzamenti soprattutto considerando che delle 5 nazionali con due team solo l’ Italia ne ha piazzati due nei primi 9. E soprattutto davanti a blasonati equipaggi quali Francia A e B, Germania B, Africa del Sud, Inghilterra, Spagna A, Angola A, Austria A e B, Svizzera. Un grande plauso alla F.I.P.S.A.S. che ha fatto le cose veramente in grande. Gli accompagnatori ed i dirigenti sono stati perfetti, rigidi nel far rispettare le regole, ma grandi nel calore apportato agli 8 atleti che hanno combattuto con una tecnica che non è quella dei nostri mari e soprattutto in un clima di ostile quanto scorretta concorrenza da parte dei team locali. L’ organizzazione, infatti, carente in tutto e per tutto, ha avuto la meglio sulla sportività della maggioranza degli equipaggi. La pessima direzione di gara ha avuto decisioni al dir poco scandalose.

Nella prima prova il Team del Portogallo ad un’ ora del termine gara dichiarava un guasto alla barca. Veniva quindi soccorsa e rimorchiata sino al porto di Ponte Delgada. L’ impreciso quanto poco lucido Giudice di Gara, Muskat, si inventava un bonus in punteggio che attribuiva al Portogallo un “premio” in punti. Il regolamento, invece, contemplava un recupero in tempo. Dopo le numerose contestazioni e dopo due giorni è intervenuto direttamente il Presidente della FIPS Mer che con un fax eliminava il bonus concesso smentendo clamorosamente l’ operato del Giudice di gara.  

Non è assolutamente concepibile una tale disorganizzazione che ha falsato il risultato di una competizione importantissima e peraltro ricca di pesce.

Basti anche pensare che la serata della premiazione gli equipaggi non sono saliti nemmeno sul podio e tra l’ altro non sono stati suonati gli inni nazionali. Sia il team U.S.A., che la Germania ed il Senegal hanno abbandonato per protesta la premiazione.

E la ciliegina sulla torta:  a tutti i partecipanti non è stato consegnato nemmeno un Gadget (di numero) quale ricordo per la partecipazione all’ evento sportivo. I team per l’ iscrizione al Campionato (le Federazioni per loro) hanno ben pagato la modica cifra di 6 mila euro.

Tutto quello che è successo ha offeso lo sportivo e signorile comportamento  di quasi tutti i team partecipanti e gli sforzi di tutte le Federazioni. Si sa che in ogni gara le varianti fanno parte del gioco, ma probabilmente questa volta è stato superato il limite.  Non ci resta ora che attendere il prossimo Mondiale ad Orgada in Egitto sperando che la sorte si ricordi dell’ Italia soprattutto per la sportività ed il rispetto che ci vengono riconosciuti nel mondo.

E per chi critica e contesta le organizzazioni dei Campionati Italiani delle varie specialità diciamo: "Tutto il Mondo è Paese, ma il nostro Paese è meglio del Mondo".

 La Redazione

  Un marlin blue

Il team del' Angola che ha catturato il Marlin blue più grande, record anche per le Azzorre, ben 397 Kg.

 

 

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