Pesca in mare: la spigola

 

Il pescatore sportivo per antonomasia ritiene di essere al top quando ha effettuato la cattura delle regine del mare: la ricciola e/o la spigola. In questo articolo parleremo della spigola, limitandoci però unicamente agli aspetti relativi alle condizioni del mare, le sue abitudini, le sue caratteristiche. E' questo, la spigola, un argomento vastissimo che sicuramente non è possibile trattare in un unico articolo.

una spigola catturata con artificiale

Appartiene alla famiglia dei serranidi, che  comprende pesci caratterizzati solitamente da corpi massicci, spesso con pinna dorsale unica e raggi spinosi nella prima parte. La pinna anale ha 3 spine, un'altra è presente nella ventrale ed altre 3, corte e robuste, sono presenti nell'opercolo. E' un pesce con bocca ampia e protrattile con denti conici ed appuntiti. Potente nella fuga iniziale, una volta limitato il rischio iniziale di rottura, si riesce facilmente a portarla a guadino. Molte volte possono cambiare sesso durante la crescita ed alcune invece sono vere ermafrodite, ossia sono i grado di fecondare le proprie uova. La denominazione scientifica della spigola è dicentrarchus labrax, (linnaeus, 1758), ovvero la spigola o  branzino comune, mentre dicentrarchus punctatus, (bloch, 1792) per quanto riguarda la spigola macchiata.
 
Per parecchio tempo si è pensato che vivesse unicamente nel sottocosta, ma ultimamente sono state effettuate catture di grossi esemplari sino a 50 metri. Alcuni amici pescatori, proprietari di una imbarcazione a strascico, la scorsa stagione, radendo un relitto a 55 metri, hanno catturato due cernie di fondale sui 15 chili ed una spigola di 12.

La sua indifferenza per la  salinità dell'acqua la porta ad entrare e sostare  per parecchi mesi nelle foci dei fiumi, per cacciare piccole trote, cefali e anguille. E' una cacciatrice  senza scrupoli ed in molti hanno raccontato di aver trovato, nelle viscere, anche piccoli topolini. Ma l'esca che comunque preferisce in assoluto sono cefali o anguille.
 

Per quanto sembri un pesce lento, possiede uno scatto fulmineo, ma comunque, come accennavo prima, molto breve.

 

Dove vive. Riuscire a localizzare una spigola è cosa abbastanza ardua. Possiamo presupporre quali potrebbero essere le sue intenzioni, le sue abitudini e quindi esplorare zone di mare nei pressi delle foci dei fiumi, anfratti di roccia, sbocchi di porti o canali. In generale è un pesce che, sino ad una certa età, vive in banchi, e  in seguito, avvicinandosi alla maturità tende a rimanere in solitario. Quando si tratta di spigole in branco è possibile in qualche modo prevedere gli spostamenti e una volta avvistato il branco, sperare di riavere il contatto nella stessa zona. Latterini, aguglie, mugginetti, alla vista del branco di spigole, fuggono impazziti, fuoriuscendo dall'acqua con salti ed evoluzioni ed a volte spiaggiando per poter riuscire a sfuggire alla sua caccia spietata. Per le spigole adulte il discorso è diverso ed è facile trovarle dove mai si sarebbe pensato potessero essere. La certezza matematica di incontro si ha nei porti, ma in questi luoghi sappiamo bene come sia difficile pescare. Dove si riuscirebbe a farlo ci si mettono le varie ordinanze delle Capitaneria di porto a vietare la pesca. Ma anche nei pressi della foce dei fiumi la  possibilità di incontro è alta. Il mare in scaduta, inoltre, rappresenta una delle condizioni migliori per la pesca
Metodi di pesca. La pesca alla spigola nasce come legering o surfcasting. La prima azione di pesca, nei porti o da scogliere basse consiste nel tentare le catture con canne dai 2,80 ai 4 metri, leggere, con grammature dai 10 ai 100 grammi. Per quanto riguarda il surf, invece, si tratta di attrezzature più potenti, con grammature sino a 200 grammi e che consentono di lanciare le nostre insidie a oltre 100 metri dalla riva. Poi, sempre rimanendo nelle due specialità ci sono varie fasi di pesca.

Pesca di giorno o comunque all'alba o all'imbrunire, che rappresentano i momenti migliori nei quali il branzino è a caccia. Svanite le prime luci dell'alba e diventato ormai buio il momento magico è passato. Pesca di notte ove si hanno grandi possibilità di cattura, seppure con l'oscurità altre specie potrebbero rimanere ferrate: oratelle, mormore, razze, ecc. Pesca di giorno con mare in scaduta che rappresenta, insieme alla spessa alternativa di notte, il top nella pesca alla spigola. Con il mare in scaduta (ovvero quando l'azione più forte del mare agitato è in scaduta, sta per terminare), quando si creano piccoli frangenti nei pressi della battigia, la spigola allora trova il momento migliore per sferrare i suoi attacchi. Soprattutto nei pressi della battigia, ove con la risacca si è creato un gradino, la spigola ama sferrare il suo potente attacco. E rimarranno vittime tutti quei pesci che si lasceranno sorprendere proprio lì, nella schiuma.

il cefalo, di piccole dimensioni è ottimo quale esca viva

Ma la spigola si pesca anche dalla barca.

Avendo a disposizione una piccola imbarcazione (meglio di una grande) avremo la possibilità di numerose tecniche: dal palamito con il vivo, alla traina con il vivo, al light drifting, ecc. Esaminiamo alcune.

Il palamito con il vivo sarà composto da una lenza dello 0,90 ed armati a 7 passi (circa 12 metri) braccioli con dell'ottimo filo dello 0,35/0,40 a secondo se peschiamo in acque molto limpide e se ci sono spigole grandi. Gli ami saranno a gambo lungo, meglio se ad occhiello e di profilo robusto. Per la numerazione non consiglio nulla in quanto a seconda della marca il numero cambia. Avremo a disposizione circa 20 ami che prenderanno quindi una parte di mare di circa 250 metri. ogni tre ami un galleggiante ed ogni tre ami un piombetto. Il palamito verrà innescato con pesci vivi e calato all'imbrunire. Vi posso garantire al 70% la cattura. Inizieremo a calare a pochissimi metri da riva effettuando un semicerchio sino a chiudere la foce del fiume e poi ripartire verso il largo con una nuova volta più esterna. Attenzione a che nei pressi non ci siamo bagnanti. Naturalmente è una "cala" da effettuare nei mesi invernali, quando cioè non è rischioso avvicinarsi troppo a riva. La traina con il vivo, invece, verrà praticata con una attrezzatura dalle 12 alle 20 libbre, con imbobinato del buon 0,35 e finale in fluorocarbon non superiore allo 0,40. Due ami, di cui uno scorrevole, esca viva, piombo di un peso variabile dai 150 ai 400 grammi a seconda della profondità, fissato a circa 20 metri dall' esca e velocità intorno al nodo e mezzo. Grande pazienza e se la spigola è nei pressi l'abboccata non tarderà. Il Light drifting è invece una tecnica poco praticata. Consiste nel posizionarsi a scarroccio in una zona ove prevediamo possano esserci le nostre prede. Collegare alla nostra canna un finale ad un amo, con piombo sul fondo ed un bracciolo di almeno due metri con innescato un pesce vivo dalla coda. Lo scarroccio terrà in trazione il finale e se avremo la fortuna di incontrare la spigola il gioco è fatto. Questa tecnica, a dire il vero, trova maggior risultato per la pesca al dentice o ai pesci di fondale roccioso. Ma anche per la spigola si sono avuti buoni risultati. Alternativa, invece, l'ancoraggio. In questa fase, dopo esserci ancorati sul picco di una roccia, fileremo ancora sino ad uscire nei pressi della caduta. Qui fileremo il finale realizzato come quello predente. Potremo, per potenziare la nostra pesca, utilizzare anche pastura, a base di sardine e di sfarinato.  Lo spinning è un'ottimo sistema di pesca,  derivato dallo spinning da terra: con un bel pesce vivo si potranno inoltre sondare scogli affioranti, difficilmente raggiungibili da terra. Ci vuole molta pratica nel lancio e nell'innesco. La traina con gli artificiali trova molti proseliti: cucchiaino, piumetta, rapala di piccole misure sono le esche maggiormente usate. Velocità di traina dai 3 nodi (cucchiaino e piumetta) ai 5 nodi (rapala) con esche a 200 metri dallo specchio di poppa.

Anche il bibi è esca molto catturante dalla riva

Le esche. Personalmente consiglio in maniera assoluta e con un punteggio di 10 (scala da 1 a 10) il vivo: calamaro in primis, seguito da mugginetto (di giorno) e boga (di notte). Il vivo è l'arma vincente, la differenza tra la vs. pesca e quella degli amici, tra il vs. successo e l'insuccesso. Naturalmente costa maggior sacrificio per la cattura dell'esca. In alternativa la magica sardina, poi il coreano o il granchietto, il bibi vivo, innescati a svolazzo, o anche il gamberetto vivo (al sud è impossibile acquistarlo mentre nella zona del veneto è molto semplice).
Naturalmente l'argomento spigola non si esaurisce qui, ma verrà ripreso nei particolari nei prossimi articoli. Per i principianti queste nozioni dovranno essere ben chiari se vorranno nel futuro avere delle grandi, sospirate e meritate soddisfazioni.

una bellissima spigola catturata a surfcasting

Nel sogno di tutti i pescatori sportiva vive la speranza di tornare, un giorno, a casa con un grande pesce, una cattura memorabile, una vera regina del mare, magari di peso intorno ai 10 chili, da poter mostrare a tutti gli amici ed i parenti come la sua più grande e sospirata cattura: la spigola!!!!
Massimo Rotondaro

Soverato, li 2 aprile 2002

 

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