PESCA NEL PORTO: La bolognese


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La pesca nel porto, con la bolognese, per intenderci, è una disciplina che, se praticata con le dovute accortezze, può riservarci enormi sorprese. La cosa principale è capire la dinamica del passaggio dei pesci, da dove arrivano, quando partono, e dove vanno ad alimentarsi. I pesci sono abitudinari, e
individuata la loro zona di pascolo, sicuramente ci capiterà di poterli rincontrare nei giorni  venire. Con l'avvicinarsi della stagione estiva e il
ripopolamento dei porti (di imbarcazioni), pesci come le orate e le mormore, vanno via, preferendo zone di mare più tranquille. Solo qualche spigola o qualche esemplare stanziale rimane in attesa degli "scarti" di qualche peschereccio.

                                             

Anche i grossi branchi di muggini, una delle prede più ambite per la pesca con la bolognese, stazionano al largo. Dobbiamo quindi riflettere su come impostare la nostra pesca, quali i momenti migliori e su quali pesci concentrare la nostra attenzione. I pesci in oggetto della pesca con la bolognese faranno una rapida comparsa, offrendo un arco di tempo molto ridotto in cui restano a tiro delle nostre canne, quindi occorre essere pronti e preparati all'azione migliore. Le boghe, ad esempio, specialmente presso i moli profondi nel punto più interno del porto, fanno la loro comparsa generalmente nel tardo pomeriggio per poi con il calare della notte scomparire nuovamente. Ebbene, questi pesci, specialmente quando si avvicinano alla taglia di due-  tre etti, riescono a recidere in un batter d'occhio i terminali dello 0,22. Per mantenerle a portata di...canna, bisogna pasture energicamente con sfarinati specifici, creando nuvole di brumeggio che formano una lunga scia, sino a 4 o 5 metri di fondo, verificando sempre la situazione della corrente.

Per mantenere il ritmo giusto delle catture dovremo avere pronti alcuni terminali. Potremo montare un galleggiante da due o tre grammi con piombatura a rosario scalata e raggruppata, o costituita all'80% da una torpille, con un terminale di una trentina di centimetri dello 0,14 a cui viene legato l'amo con uno spezzone di nylon di due o tre centimetri dello 0,25, che deve resistere all'impatto dei denti del vorace e veloce sparide. Per l'amo consiglio un numero 14 o 12 a gambo medio, mentre per l'esca ce ne sono alcune che funzionano egregiamente: polpa di gambero, saltarello, tremolina, muriddu e  pane a fiocco. Tra  le  canne le più adeguate sono le bolognesi dai cinque ai sette metri, munite di un pratico mulinello con frizione a leva, per contrastare le veloci fughe dei pesci.

La menola, al contrario della boga, invece, è preda di dimensioni modeste ma grande combattente e abbocca con maggiore diffidenza, a causa del suo piccolo apparato boccale. Per effettuare discrete catture dovremo scendere a terminali molto sottili, dell'ordine dello 0,12. I momenti migliori sono le ore più calde e l'imbrunire e innescando con piccoli bocconi su ami compresi fra il 16 ed il 14.

Il muggine, gli spazzini del porto, vanno sempre alla ricerca di cibo, e vanno pescati nelle ore più calde, ma solamente in presenza di acqua torbida avremo la certezza di divertirci. Questi pesci sono molto accorti e smaliziati. Si effettua in prevalenza dai moli e dai pontili galleggianti, e su fondali superiori ai quattro metri, dove la temperatura dell'acqua è più costante. L'esca migliore, come tutti sanno, è il pane a fiocco, che deve essere preparato con grande cura, ottenendo un filaccio resistente e facile da innescare, ma che in acqua risulti morbidissimo, per essere aspirato dal sospettoso muggine.  Dopo aver effettuato il brumeggio,  che si poserà sul fondo, caleremo il nostro finale con la "barbetta" che si andrà a mimetizzare con la pasturazione. La barbetta l realizzeremo con nylon dello 0,08/0,10, e dovrà presentare due bocconi a due altezze differenti, uno appena poggiato sul fondo ed uno appena sollevato. I galleggianti saranno a penna o minuscole palline, per segnalare  la delicata trillata del cefalo. In condizioni di cielo nuvoloso è meglio scegliere l'astina o la palline nera.

L'erbetta che si può facilmente raccogliere lungo le banchine in quei tratti a cavallo dell'escursione di marea, è una esca molto gradita dai saraghi pizzuti e dalle salpe.

Durante le ore notturne possono fare capolino nei porti anche i saraghi maggiori (sempre più rari) e con acque torbide e usando per esca il gamberetto vivo o il filetto di acciuga, abbiamo qualche possibilità di cattura. Nei porti più profondi è consigliabile usare il galleggiante scorrevole e mantenere l'esca in pesca in prossimità delle barriere portuali.  La salpa preferisce come zona i pontili d'ormeggio, dove catene e corde costituiscono validi elementi, sui quali crescono microorganismi di cui cibarsi. 

                continua

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