Surfcasting: le regole

 

a cura di Piero Loprete

Le fasi per la pratica di questa eccezionale disciplina si racchiudono nelle sue 3 regole, la spiaggia , l’onda, il lancio.

LA SPIAGGIA

Non vi sono facili soluzioni per la pratica ma molto è dovuto alla genialità oltre che alla tecnica del pescatore per poter riscuotere un risultato soddisfacente, poiché è lui stesso che agisce sulle varianti tecniche da adottare a seconda del momento nonché la libertà della scelta degli spot più produttivi.

Sulla spiaggia anche con onde molto alte si possono passare delle indimenticabili sensazioni a contatto con la natura, anche se questa è scatenata, in queste forme di alta turbolenza  di onde, che rivoltano la sabbia creando una forma di catena alimentare per tutti i suoi abitanti.

Nel fondo, difatti, guardandolo anche in estate si possono trovare varie forme di vita animale, ad iniziare da conchiglie, arselle, telline, a volte molluschi, vermi, cannolicchi,piccoli granchi, e se affondiamo la nostra mano a mò di rastrello sollevando un po’ di quella sabbia che ci sembrava desertica notiamo subito l’avvicinarsi curioso di qualche pescetto muggini, mormore,saraghetti, e quello che a prima vista ci sembrava un arido deserto si tramuta in un grosso ristorante aperto per questi animaletti curiosi.

Ora se l’effetto descritto lo  rapportiamo ad una grossa mareggiata, cosa succede?

L’ONDA

L’onda che è il secondo elemento del surf casting, diventa per gli abitanti del mare vita e fertilità, sotto la schiuma tutto diviene cibo dal microrganismo al pesce da 500 grammi, e siccome pesce grande mangia pesce piccolo vi troviamo il giusto riscontro alla pratica del surf casting.

Noi pescatori ci inseriamo nel contesto inserendo a nostra volta del cibo per i pennuti non per sfamarli ma per catturarli, e lo inseriamo alla distanza in cui i pesci vanno a mangiare, con il nostro lancio dell’esca, attraverso la canna e dei movimenti atti allo scopo.

Ma la cosa non si dimostra così semplice, infatti a volte per arrivare alla zona di pascolo del pesce occorre raggiungere 100-150 metri, e molte ore ci vogliono per scoprirlo, attraverso tecniche, sfide, lanci, ma una volta accertato il punto esatto avremo grandi o piccole soddisfazioni e delusioni insieme.

Due paroline sulla marea lunare bisogna spenderle per capire a fondo di cosa si tratta  perché è importante per la pratica del surf casting, la marea lunare avanza con 2 fasi ogni 12 ore portandosi da zero al massimo livello nelle prime 6 ore e ritornando al livello minimo nelle 6 ore successive.

La cosa non ci riguarda più di tanto poiché il dislivello creatosi è di circa 60 centimetri nei nostri mari ma si fa interessante quando diviene 150-160 centimetri, ma perché arrivi a questi livelli deve essere caratterizzata da fenomeni anemometrici, cioè dal vento, che favorisce l’alzarsi dell’onda creando le condizioni ideali di dislivello occorrenti per smuovere il fondo del mare.

Il lancio il contatto con il mare, le onde, l’avventura fanno del surfacster un uomo che mette impegno, passione e sportività per raggiungere un livello qualitativo non puntando direttamente alla preda, ma passando attraverso altre soddisfazioni pratiche e se vogliamo sentimentali.

Abbiamo quindi visto come è il vento a generare sulla superficie dell’acqua l’incresparsi della stessa creando avvallamenti con il culmine a punta che è già una prima forma di energia che però rimane superficiale e statica.

Con l’aumento del vento aumentano le onde e gli avvallamenti si fanno più ampi, queste onde cominciano a muoversi verso riva producendo a loro volta energia, le punte divengono arrotondate alla sommità accentuando gli avvallamenti tra l’una e l’altra.

Il culmine dell’onda viene chiamato “dosso” mentre il limite viene detto “cavo”.

La lunghezza dell’onda è data tra un cavo e l’altro, l’altezza è invece la massima differenza tra cavo e dosso. L’onda non frange finchè la profondità si mantiene superiore a circa metà della sua lunghezza.

Si accorcia e frange quando il fondo è pari alla sua altezza, ed è a qual punto che comincia a scavare con le sue orbite circolari, man mano che degradano divengono ellittiche  e scavano nel fondo sabbioso quando il fondo è pari alla lunghezza dell’onda e questa incomincia appunto a rovesciarsi su se stessa fino ad arrivare al gradino di risacca.

E’ necessario a questo punto capire l’importanza della scelta del settore o spiaggia a seconda della forza del mare e saper classificare le spiagge in 3 parti fondamentalmente:

1)      a fondo basso- 2) a fondo medio- 3) a fondo alto-.

Se per esempio prendiamo una spiaggia a fondo basso con un vento velocità 4-6 (brezza leggera) altezza delle onde 0,30-0,60, la forza del mare 2 la profondità a 70 metri di distanza 1 metro, si può parlare di impianto di pesca a portata di tutti, ma lo stesso è estendibile a 100 metri con gli stessi valori.

Ogni mareggiata è affrontabile con un massimo di 18 onde al minuto, dove cioè vi è un rapporto ideale per l’impianto di pesca, che essa riesce a creare con le 2 correnti la “primaria” quella cioè che parte dal largo verso riva e ha la stessa direzione del vento, e la “secondaria” che è opposta alla prima.

Catanzaro, 3 maggio 2005
 

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