Terminali per tutti gli usi

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La preparazione dei terminali è molto semplice, ma se vogliamo anche complessa. A volte soprattutto chi è alle prime armi è convinto che la preparazione di elaborati terminali possa portare un sicuro successo nell’azione di pesca. I garisti preparano elaborati finali, ma volti ad una specie specifica di preda, mentre le nostre uscite sono più varie e comunque meno impegnative, non essendo impegnati in alcune competizioni sportive.

Oggi tra l’altro ci sono molte aziende che hanno elaborato piccoli accessori (microsfere o boom in treccia di metallo) che contribuiscono a rendere professionali i nostri finali, con poca spesa e facilmente. 

Alcune foto di semplici terminali
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Ad esclusione della pesca al tocco con il galleggiante, i terminali devono essere in grado di portare le esche vicino al fondo, ove la stragrande maggioranza dei pesci ama stazionare. Non devono ingarbugliarsi nel lancio e soprattutto nel calare verso il fondo. Se si usa lo shock leader la lenza deve essere dello stesso diametro. Un parametro da tenere in considerazione è che ci vogliono 4,6 Kg. di resistenza per ogni 30 grammi di piombo. Non rispettare questi parametri vuol dire andare incontro a rotture. Collegate sempre il piombo con una girella con moschettone. In caso di piombo a perdere, lo stesso sarà collegato alla girella con un piccolo spezzone di filo, di diametro inferiore al trave. In caso di arroccamento sul fondo si spezzerà facilmente consentendoci il recupero del finale.

Prendiamo ora in esame una diecina di terminali che possono garantire ottimi risultati. Quasi tutti quelli illustrati sono stati realizzati con prodotti artigianali, mentre in commercio esistono  validissime alternative per risparmiare tempo.

Il paternoster. La struttura del paternoster è di base per la composizione di tanti altri. Sarà bene, quindi, memorizzare tutte le fasi della sua realizzazione. Può essere composto da uno, due tre o più ami. Se si pesca su fondale accidentato a su relitti è consigliabile utilizzare meno ami. I terminali verranno fissati sul trave mediante girelle, a loro volta bloccate con perline e nodo di stop. Non conviene mai effettuare nodi sul trave per bloccare le perline. Il trave si indebolirà notevolmente. I terminali, quale sia la loro lunghezza, non dovranno mai toccarsi, per evitare paurosi imparruccamenti. I fermagli per esca servono a tenere l’amo e l’esca attaccati al trave per favorirne il lancio. In commercio si trovano i vari accessori calibrati a seconda del libbraggio richiesto: ho provato i microattacchi della ditta toscana STONFO che mi sono sembrati un giusti compromesso tra qualità, prezzo, facilità di applicazione. Ma anche con semplici accessori si può costruire un paternoster: filo, perline, girelle a barilotto, tubicino in gomma, ami, girelle con moschettone, ed il gioco è fatto. Se il nostro terminale serve per un bolentino di profondità (intendo entro gli 80 metri) sono preferibili terminali corti, in quanto più sensibili alle abboccate e con la tendenza ad ingarbugliarsi di meno nella salita e discesa verso il fondo. Se si pesca su fondali bassi, i calamenti lunghi sono migliori in quanto fanno fluttuare maggiormente l’esca rendendola più appetibile.

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Il terminale con piombo a scorrere. Molto semplice nella costruzione, risulta molto catturante. Il piombo viene collocato prima della girella e scorre sul trave. Il finale, di circa 1,50/1,80 cm è molto catturante in quanto la preda, una volta attaccata l’esca, non rileva alcuna resistenza, tirando il trave. Una volta effettuata la prima fuga, allora si può stringere la frizione e ferrare il pesce. Questo calamento è indicato per pesci diffidenti quali l’orata ed il sarago.

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Il terminale wishbone. Questo terminale, a dire il vero poco usato,  soddisfa i lanci a lunga distanza. La sua composizione lo rende utilizzabile per la pesca a pesci di fondo. E’ molto aerodinamico e prevede l’impiego di uno o due ami diversi. Lo snodo che collega i due ami può essere lungo da 10 a 50 cm.

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Il paternoster due a uno. Questa è la versione del paternoster maggiormente usata. Consente di esplorare il fondale con un amo che andrà a pescare a diretto contatto con il fondo, mentre altri due ami rimarranno sopra il piombo. 

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Il terminale Pennell. Si tratta di inserire un solo amo sul paternoster. Viene utilizzato con due ami a scorrere per insidiare grosse prede, quali gronghi, murene, dentici, spigole ecc. L’esca sarà molto voluminosa e questo giustifica il doppio amo. L’amo verrà fermato, fase di lancio da un fermaesca o bait clip. Il finale sarà lungo tra 50 e 70 cm.

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Il terminale con galleggiante piombato a scorrere. E’ un terminale usato per insidiare pesci a galla o comunque a mezz’acqua. Molto indicato per aguglie, muggini, spigole, occhiate, consiste nel sistemare un galleggiante piombato a scorrere sul trave. Dopo il galleggiante si inseriscono alcune perline con nodo di stop e la girella, quindi il finale vero e proprio. Prima del galleggiante, invece, un altro calamento, previo l’inserimento di girella, perline e nodi di blocco. Il movimento del galleggiante scorrevole è regolabile allungando o avvicinando alle perline del finale di fondo il nodo di stop del bracciolo alto; si può lasciare anche un’escursione di oltre 2 metri consentendo così al galleggiante un lungo tratto per scorrere. 

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I Boom. I boom sono in commercio in acciaio o in plastica. Vengono usati soprattutto nel bolentino di profondità e hanno una certa facilità di montaggio ed evitano l’ingarbugliamento del finali con il trave.

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Il terminale con il piombo a perdere. Due i campi di applicazione: per la pesca su fondali rocciosi o la pesca a bolentino su relitti o fondali particolarmente difficili. Il piombo è collegato al trave del terminale con un anello  di ferro morbido o con le monofilo molto sottile. In caso di incaglio basta una leggera pressione per perdere il piombo ma recuperare il finale.

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Il terminale ascensore. Si tratta di un terminale scorrevole, e permette all’esca di lavorare sia in superficie che a mezz’acqua. Si insidiano pesci quali aguglie, occhiate, sgombri, pesci serra, ma anche per pesci di fondo quali il dentice. Unica variante per fare affondare l’esca utilizzare un piombo di almeno 75 grammi. E’ altamente sconsigliato con mare mosso e fondale ricco di alghe e comunque con folta vegetazione.

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Il terminale pesante da fondo. E’ il classico terminale per la pesca su relitti o fondali rocciosi dove la grossa preda è in agguato. Si utilizza calamento di grosso diametro (0,45/0,0,70) e ami del 4/0 o 5/0. Il piombo è scorrevole ed il finale unico e lungo, possibilmente con la parte finale in cavetto se sono presenti grossi gronghi, o in alternativa in ottimo nylon per insidiare dentici e cernie. 

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Non ci resta ora che armarci di buona volontà, preparare tutti gli accessori ed elaborare un pò di terminali, tenendo bene a mente che un pò di tempo perso a casa ci farà guadagnare tempo in mare ed inoltre probabilmente ci regalerà un premio che tutti ci aspettiamo: una bella cattura.

Massimo Rotondaro

Soverali, li 5 novembre 2001
 

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