Drifting nel Lazio: Circeo, Anzio, Tarquinia
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Una delle zone d’Italia dove si è maggiormente sviluppata la pesca al tonno, è il Tirreno. In particolare, dopo i Livornesi, precursori nel tirreno di questa tecnica di pesca, si sono messi in evidenza i laziali. La zona che maggiormente richiama pescatori sportivi per la tecnica del drifting è nel tratto di mare difronte il promontorio del Circeo, splendida località turistica, logisticamente ubicata prima delle Isole Pontine. 

mappa_lazio.JPG (41089 byte) La mappa della zona - clicca per ingrandire

In precedenza in questa zona la pesca al tonno veniva praticata con la “coffa” o palamito a galla, o ancora con il cordino collegato poi ad una boa. Si univa quindi il cordino a 20 metri di finale del 250 di diametro e poi un grosso amo. La pasturazione era come quella attuale e una volta allamato il pesce, si lasciavano fuoriuscire circa 300 metri di cordino. Tutta questa quantità di filo non faceva altro che stroncare il pesce in pochi minuti che praticamente “scoppiava” letteralmente. Naturalmente nulla di sportivo in tutto questo. Ma questa tecnica portava anche alla perdita di molti pesci per rottura nel collegamento tra cordino e nylon. 

Con l’avvento della pesca sportiva con la canna, oggi è possibile vedere gozzi di marinai con portacanne e canna. Ebbene anche il loro scetticismo è stato vinto tanto che hanno realizzato che con la canna è molto inferiore il numero di perdite. Ma naturalmente permane il fattore di poca sportività in quanto questi nuovi pescasportivi non utilizzano la sedia ma il trespolo. Il trespolo è un micidiale portacanna che consente di lavorare  il tonno in piedi e senza alcuno sforzo.  

trespolo.gif (28216 byte) Clicca sulla foto per ingrandire

Oggi in Tirreno si utilizzano soprattutto le 50 libbre, soprattutto per la taglia dei pesci che col passare degli anni diminuisce. Oggi è molto raro catturare un pesce che si avvicina ai 100 chili, mentre sono molto numerosi i pesci intorno ai 50 chili. Si utilizzano di media 5 casse per il brumeggio di sardina fresca o congelata che viene gettata in acqua a pezzi o intera, badando quella intera ad intaccarla nella pancia, per farla affondare. C’è poi la disposizione in acqua delle lenze, con lo schema classico delle tre canne, una al volo, ovvero a galla, vicino alla poppa, una a 25 metri di fondale, a 15 metri dalla poppa e l’ultima a 45 metri di fondale e distante 25 metri. Piombate rispettivamente con 50, 150 e 300 grammi di  piombo. Questi dati sono variabili in base a quanto forte è la corrente. 

circeo.JPG (30544 byte) Clicca sulla foto per ingrandire

Soprattutto nelle acque difronte Anzio ci sono molti equipaggi che si cimentano in drifting. D'altronde il primo tonno della zona fu catturato molti anni fa da Fabrizio Bonanni e Peppino De Luca.

Per incontrare i tonni si esce dal porto di Anzio verso sud per 200 o 220 gradi. Le batimetriche ove si incontrano maggiormente i tonni sono tra i 90 ed i 130 metri. Altra posta ideale è davanti a Rio Martino, tra Sabaudia e Nettuno. Navigando da Anzio con rotta 150 gradi, si giunge sulla batimetrica dei 100 metri e qui si inizia la strisciata e la pasturazione a base di sacchi di pastura preparata precedentemente e sardina. Come dicevo prima la taglia media dei pesci è tra i 50 ed i 70 chili, ma non sono rari pesci di oltre un quintale. I veri giganti del mare, pesci di oltre 200 chili sono stati avvistati e taluno ferrato almeno 20 miglia fuori, nella rotta dei grossi pescherecci, su una batimetria che va da 200 a 500 metri. Ma la possibilità di incontro è abbastanza rara. 

testa_tonno.JPG (22490 byte) Clicca sulla foto per ingrandire

Nella zona del Circeo sulla batimetrica dei 90 metri e sino a 120 c’è una ottima zona di pesca, che si trova dalle 3 ale 5 miglia dalla costa, facendo rotta dal Circeo per 250 gradi. Altra zona positiva è di fronte al faro, sulla batimetrica dei 100 metri. Non di rado capita che alcune imbarcazioni in drifting, scendendo sotto le batimetriche dei 50 metri allamino ricciole. La zona, infatti, è tuttora ricca di questi carangidi,  sebbene negli ultimi anni il numero si è notevolmente ridotto, soprattutto di esemplari oltre i 30 chili.

Proseguendo verso sud si giunge nel territorio di Terracina dove questo tipo di pesca oggi è molto praticata. Qui, al contrario dei colleghi delle zone di Anzio e Circeo, si pesca all’ancora, in considerazione che la corrente prevalente porta verso la costa. La secca di Sant’Anastasia, poco distante e raggiungibile con rotta 180 gradi da Terracina, ha un fondale misto di fango e roccia con batimetriche tra i 55 e gli 80 metri. Altri hot spot sempre nei pressi con rotta 200 gradi e 150 gradi, sempre sulle medesime batimetriche, 100 metri.

La mappa dei tonni. Una volta si pensava al tonno gigante come un pesce estivo, o comunque che faceva le sue prime apparizioni solo verso giugno e sino a settembre. Ora, da un po’ di anni, i pesci compiono sempre il medesimo itinerario: si vedono in passa tra marzo ed aprile, ma con una taglia compresa tra i 30 ed i 60 chili. In questa fase, e sino al mese di giugno, i tonni hanno “l’elica alla coda” come si dice in gergo: sono in amore e sembra non essere particolarmente interessati alle esche. Ritornano poi da Luglio ad Ottobre con una discreta concentrazione ma in gruppi di pochi esemplari, ed entrano facilmente in mangianza. Ma nei mesi in cui non si avvistano dove andranno? Probabilmente se esistesse un modo per collegare tutte le informazioni provenienti dalle varie parti d’Italia si potrebbe veramente stilare una mappa dei tonni per capire esattamente tutti gli spostamenti. (leggi altro articolo)

bersanetti.JPG (53544 byte) Record del mondo sulle 30 Libre - Bersanetti 2001
In Calabria, ad esempio, zona che mai è stata nominata in passato per questo tipo di tecnica, da 3 o 4 anni sono numerosissime le catture di tonni giganti, con taglia media intorno a 90 chili. E le catture sono concentrate in aprile, agosto, novembre, gennaio e anche febbraio. In media le catture per equipaggio variano da 20 a 25 pesci all’anno. Anche in Adriatico sono state effettuate catture d’Inverno.
in combattimento sulla sedia

Quindi per concludere i pesci ci sono sempre, sono i pescatori che, a causa delle avverse condizioni meteo e del freddo,  mancano.

Massimo Rotondaro

Soverato, li 6 novembre 2001
 

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